Il remote - sensing archeovulvanologico di un artista

remote sensingArcheologia, Vulcanismo, Remote-Sensing, sono il tema di questo convegno.
Grazie alla Vostra cortesia io partecipo operando un ampliamento del Remote-Sensing dalla sfera tecnico scientifica a quella umanistica.
Il Remote-Sensing tradizionale della foto interpretazione da aereo consente di interpretare immagini geometriche di vegetazione più chiare perché meno mineralizzate come segno della presenza di manufatti architettonici sepolti, consente attraverso segni significanti di esplorare semiotticamente che cosa rappresentano, di che cosa sono portatrici le loro immagini di quali significati e valori.
Il Remote-Sensing da satellite legge con una seconda luce, con una diversa ottica, con diverse lunghezze d’onda, le immagini che noi percepiamo con i nostri sensi, con la vista, in una visione particolare limitata tipica della biologia dei vertebrati e degli uomini.
Un aquila e un falco vedono molto di più, un toro vede tutto, molto più diffuso ed a contorni incerti, un serpente vede nell’infrarosso.
Su questo tema ricordo una bellissima mostra a Parigi di alcuni anni or sono.
Ho pensato: ciascuno di noi vede con un ottica personale e la diversità culturale forse non è minore di quella derivante da caratteristiche tecniche soggettive.
Volendo interpretarmi confrontando le forme e i colori della visione con modelli consolidati nel nostro cervello.
Io ho selezionato nella mia memoria le immagini dei viaggiatori del Grand Tour dal seicento ad oggi tra i vulcani e l’archeologia della Magna Grecia.
Forse il mio linguaggio è figurativo, per cui debbo limitarmi nello scrivere ed espormi di più nella specificità della pittura e lo faccio portandoVi una ventina delle quattrocento gouaches che ho prodotto su questo soggetto, che è del tutto affine a quello del convegno.